Domenica 27, nei Vespri della Memoria di San Tommaso d’Aquino, varie delle nostre suore, tra cui quelle presenti nel Duomo di Orvieto, hanno potuto assistere a due conferenze sull’argomento “L’Aquinate, la civitas eucharistica supra montem posita”. La prima conferenza è stata la più interessante, di Padre Vincenzo Benetollo, OSB, presidente della SITA (Società Internazionale Tommaso d’Aquino). Parlò sull’influenza della dottrina di San Tommaso nella sua epoca, e fece una presentazione delle Virtù morali, usando come esempio gli affreschi della “Sala della Pace” del Palazzo Comunale di Siena, dove Ambrogio Lorenzetti dipinse le scene degli “Effetti del Buono e del Cattivo Governo” (1338-1339).
Nella nostra formazione intellettuale ha un posto preferenziale la conoscenza di S. Tommaso d’Aquino, perché la stessa Chiesa ha proclamato come propria la dottrina di questo insigne Dottore, e anche perché, come afferma il Concilio Vaticano II nella dichiarazione “Gravissimum educationis, n. 10, “ fede e ragione si incontrano nell’unica verità seguendo le orme dei dottori della Chiesa, specialmente san Tommaso d’Aquino”. Allo stesso modo la sua conoscenza è insostituibile e fondamentale per la corretta interpretazione delle Sacre Scritture, per poter trascendere il sensibile e giungere all’unione con Dio(Costituzioni n.227). Non è un caso, infine, che siamo presenti nel Duomo di Orvieto, perché, tra il 1261 ed il 1265, a seguito del miracolo eucaristico di Bolsena, il papa Urbano IV commissionò a San Tommaso d’Aquino la scrittura dell’Officium del corpus Domini, tra cui anche il “Pange Lingua”.
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