Il noviziato è un tempo in cui si conosce in profondità il proprio Istituto e si sperimenta un desiderio puro e ardentissimo di amarlo. Se ogni uomo è chiamato a conoscere cosa Dio gli chiede e se esiste una molteplicità di risposte, alla religiosa è indicata sin dagli inizi la via chiarissima, sicura e meritoria delle Costituzioni. “Torna oggi impellente per ogni Istituto – esorta san Giovanni Paolo II – la necessità di un rinnovato riferimento alla Regola, perché in essa […] è racchiuso un itinerario di sequela, qualificato da uno specifico carisma autenticato dalla Chiesa”[1].
Per poter meglio conoscere e vivere le Costituzioni, le comunità del noviziato apostolico e monastico abbiamo trascorso una settimana (dal 27 gennaio al 1 febbraio) presso l’abbazia cistercense di Valvisciolo. Ogni giorno è stato dedicato a una o più parti delle Costituzioni e del Direttorio di Spiritualità, presentate dalla madre María Arabell e dalla madre María de la Confianza, dalle novizie e da alcuni relatori esterni: madre María de Jesus Doliente, superiora provinciale, ha esposto la vita fraterna e madre María de la Salut ha sviluppato le tappe della formazione religiosa, padre Daniel Cima ha poi trattato gli elementi per noi non negoziabili, mentre padre Tomás Orell e suor María Fatima hanno raccontato la storia dei rami maschile e femminile del Verbo Incarnato, che entrambi hanno avuto la grazia di vivere sin dagli inizi. Abbiamo poi avuto la grazia di trattare la Parte IV delle Costituzioni con la nostra superiora generale, madre María Corredentora, venerdì 22 febbraio, presso la casa Procura; la conferenza è stata seguita da un pranzo con la comunità e da un fogon con canti di vari Paesi.
Lo scenario di queste conferenze è stato altrettanto prezioso: la presenza delle novizie apostoliche e monastiche ha dato occasione di esprimere molte domande e curiosità e ci ha permesso di conoscere e amare le realtà complementari del nostro spirito missionario; davvero le une siamo presenti nelle missioni delle altre, siano queste in un paese lontano o nel silenzio della cella. “Ut omnes unum sint” (Gv 17,11).
A metà della settimana di studio è stata riservata libera mezza giornata, durante la quale abbiamo pellegrinato alla concattedrale di Santa Maria Assunta, dove si conserva il cranio di san Tommaso d’Aquino, e all’abbazia di Fossanova, che il 7 marzo 1274 vide il passaggio da questa terra alla vita eterna di colui che “ha illuminato la Chiesa più di tutti gli altri dottori”[2].
Questa settimana di studio ha generato grande ammirazione per l’opera che Dio sta compiendo attraverso i membri del nostro Istituto . Sull’esempio della Vergine Maria vogliamo che la nostra anima sia un giardino chiuso in cui il Signore possa ammirare molti fiori di virtù. Abbiamo il grande ideale di essere anime nobili: possedendoci, vogliamo darci; libere, vogliamo obbedire; pur imperfette, vogliamo imitare più da vicino Gesù Cristo (cf. DE 41).
Vogliamo chiedere a Maria Santissima, madre delle anime consacrate, la grazia di poter coltivare sempre un amore fecondo alle nostre Costituzioni, in modo da poter compiere pienamente il noi la volontà di Dio e conquistare per Lui tutte le anime che vorrà affidarci.
Suor M. Consecrata Deo SSVM
[1] SAN GIOVANNI PAOLO II, Vita Consecrata, 25/03/1996, n. 37.
[2] GIOVANNI XXII, Discorso nel Concistoro, 14/07/1323.
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