Carisma
Il carisma proprio del nostro Istituto è l’evangelizzazione della Cultura.
In concreto, vogliamo far giungere Cristo nelle famiglie, nell’educazione, nei mezzi di comunicazione, anche nelle situazioni più difficili e nelle condizioni più avverse.
Vogliamo far sì che ogni uomo sia “come una nuova incarnazione del Verbo”.
La nostra missione è quella di «portare alla pienezza le conseguenze dell’Incarnazione del Verbo, specialmente nell’ampio mondo della cultura, cioè nella manifestazione dell’uomo come persona, comunità, popolo e nazione».
Le nostre caratteristiche essenziali
Gli elementi non negoziabili sono gli elementi che segnano la nostra spiritualità con il fuoco. È la nostra identità religiosa. Le nuove generazioni devono riprendersi questo spirito. Il nostro carisma è l’estensione dello spirito del Verbo incarnato in tutta la realtà.
L’elemento essenziale non negoziabile è ovviamente il carisma! Non possiamo negoziare questo, perché non è “nostro”, è un dono dello Spirito Santo. Così, come non si deve aggiungere nulla da soli; quello che si deve fare è approfondire il Carisma, cioè continuare a riscoprire, sempre di più, ciò che lo Spirito Santo intendeva dirci. Questo è ciò che sta accadendo in tutte le congregazioni.
La celebrazione degnae la Participazione alla Santa Messa
Il primo elemento non negoziabile è la celebrazione e la degna partecipazione alla Santa Messa. In altre parole, per noi la messa, sia l’ars celebrandi che l’ars participadi, sono qualcosa di molto speciale. La Santa Messa è la cosa migliore che ci può succedere ogni giorno, e dobbiamo sempre prendercene cura come un grande tesoro. Dovremmo cercare di rendere la nostra partecipazione più attiva, più cosciente e più fruttuosa. Per questo cerchiamo di solennizzare la Santa Messa con musica sacra e canti eseguiti da un coro.
La Santa Messa è la cosa più importante della giornata.
Un santo ha detto che la giornata è divisa in due parti: la prima parte è prima della Messa, in preparazione alla celebrazione della stessa, e la seconda parte è dopo la Messa, in ringraziamento. Questo è il modo in cui ognuno di noi dovrebbe viverla.
Una Spiritualitá Seria
Siamo veementemente disposti a vivere una spiritualità non sentimentale, cioè una spiritualità seria, non cercando semplicemente di provare emozioni superficiali, perché, come tutte le emozioni, sono fugaci; ma facendo piuttosto l’opera profonda indicata dai grandi maestri della vita spirituale, come San Giovanni della Croce e Santa Teresa di Gesù: quella di passare le notti oscure dello spirito e del senso, attivo e passivo, per purificare l’anima e, per allora, per poterci unire di più a Dio, e, soprattutto, per l’esercizio delle virtù della fede, della speranza e della carità.
Per quanto strano possa sembrare oggi a molti cristiani, noi crediamo che sia la Croce che attrae le anime a Gesù Cristo, come lui stesso ha profetizzato: “Quando sarò innalzato in alto, attirerò tutti gli uomini a me stesso.” (Gv 12:32). E, in modo particolare, questo è ciò che accade con le vocazioni di speciale consacrazione.
Docilitá al Magistero della Chiesa
Docilità del magistero ecclesiastico di tutti i tempi: la chiesa non è qualcosa che abbiamo inventato noi, né ha cominciato ad esistere quando siamo nati. La chiesa è stata fondata da Gesù Cristo ed Egli è il suo unico fondatore. Ha promesso che sarebbe stato con noi tutti i giorni della nostra vita fino alla fine dei tempi. Ha anche promesso che nella chiesa che ha fondato su Pietro, il male non potrà mai prevalere. Per questo ha dato a Pietro quel nome, che significa che è pietra, la solidità della roccia, la fermezza della fede.
La chiesa fondata su Pietro avrà la protezione divina, così che, nonostante ciò che è accaduto in tutti i secoli, in cui ci sono state eresie, scismi, falsi dottori e falsi profeti, essa continua ad insegnare la stessa dottrina che Gesù Cristo ha insegnato; continua a conservare la sua morale, continua a insegnare la stessa cosa che Gesù Cristo ha insegnato; e i sacramenti, sono gli stessi di quelli istituiti da Gesù Cristo; l’interpretazione biblica, che sebbene stia diventando sempre più profonda, continua ad avere lo stesso significato della predicazione degli Apostoli, dei Santi Padri e dei dottori della Chiesa.
Mistero e grazia concessi da Nostro Signore Gesù Cristo alla Chiesa da lui fondata, e che la Sacra Scrittura e l’iscrizione artistica alla base della cupola principale della Basilica di San Pietro ci ricordano: “Tu sei Pietro, su questa roccia edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno contro di lei!”. (Mt 16:18). Quindi, questa deve essere sempre una campana d’onore per noi: essere “Cum Petro e Sub Petro!” – “Con Pietro e Sotto Pietro!”.
La chiara intenzione di seguire San Tommaso
È nostra intenzione che, in modo speciale, i nostri sacerdoti, ma anche le suore, seguano l’insegnamento di San Tommaso d’Aquino. Questo è ciò che la Santa Chiesa ha comandato; il Concilio Vaticano II afferma infatti: “Lasciate che San Tommaso d’Aquino sia il vostro maestro”. (Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis. 1970, n.86), in particolare, ciò che riguarda la teologia e la filosofia perenne di San Tommaso.
I Papi hanno raccomandato la lettura di “L’autorità dottrinale di San Tommaso d’Aquino”, un libro dove troviamo innumerevoli riferimenti che i Santi e i Papi fanno di lui, che li fanno meravigliosamente. Basta citare le seguenti parole: “Per il rispetto che aveva per i Santi Padri, in qualche modo ha ricevuto la comprensione di tutti loro”. E “L’uomo impara di più studiando San Tommaso per un anno che studiando gli altri medici per tutta la vita”.
Per questo motivo, il lavoro del “Progetto Fabro” è di grande importanza per i nostri istituti. Padre Cornelius Fabro, è stato un interprete qualificato di San Tommaso d’Aquino ed è stato un conoscitore, come pochi altri, della filosofia moderna. Sapeva essere al massimo livello nel suo mestiere; ha fatto cose incredibili, come imparare il danese, per tradurre Kierkegaard dalla sua lingua all’italiano.
La Creativitá Apostolica e Missionaria
Dobbiamo avere una grande creatività nel nostro lavoro missionario e apostolico, per raggiungere le anime.
Ci sforziamo di formare i nostri giovani, uomini e donne, per “non essere evasivi nell’avventura missionaria”, come diceva quel grande missionario, san Toribio di Mongrovejo.
È proprio la creatività che ci fa usare bene i mezzi buoni per diffondere il Vangelo. Basta sottolineare il fatto che la predicazione degli Esercizi Spirituali, attraverso Internet, Questo è creatività missionaria e apostolica! E questo è ciò che si fa, in molti modi e ovunque.
La forte Vita Comunitaria e l’atmosfera gioiosa
Cerchiamo di vivere una vita comunitaria forte, e di vivere quella vita comunitaria in un’atmosfera di gioia, di sana felicità.
Questo esempio di vita ha attirato l’attenzione di molte persone che hanno conosciuto le nostre comunità e che, dopo averci osservato, hanno detto: “Come sono felici!. Quanta gioia c’è in loro! L’apostolo Paolo ci dice ripetutamente: “Rallegratevi, vi dico di nuovo, rallegratevi!”. E, come dice Chesterton: “La gioia è il gigantesco segreto del cristiano“. Allora, se Dio esiste, quale motivo può esserci per non essere gioioso? Se Egli esiste, Egli è!
Mordere la Realtà
Dobbiamo e vogliamo lavorare per l’effettivo inserimento nell’ambiente che dobbiamo evangelizzare! In modo tale che quando si lavora apostolicamente, bisogna farlo, sapendo come raggiungere il concreto. Per esempio, quello che facciamo in una missione popolare: cerchiamo che le persone cambino, che tutti gioiscano veramente, che tutti si sentano meglio, che tutti, per quanto possibile, si avvicinino a Dio, nostro Signore, che crescano di più nella devozione, che riprendano i buoni e santi propositi che avevano.
Missioni Emblematiche
Questo consiste nello scegliere gli “avamposti” della missione. In grandi ambienti, come l’America Latina, l’evangelizzazione ha avuto luogo, ma purtroppo, in modo molto superficiale, molto sotto ‘forma di verniciatura’. E questo è dovuto alla mancanza di vita contemplativa maschile e, a maggior ragione, di vita contemplativa femminile. Queste sono le forme di vita consacrata che, in modo molto chiaro ed evidente, mostrano l’essenza del Vangelo, che non è altro che cercare l’unica cosa necessaria, che è amare Dio e, amando Dio, amare il prossimo. Per questo santa Teresa di Gesù Bambino è la patrona delle missioni. Santa Teresa ha fatto di più per le missioni con la sua preghiera nel suo convento che i missionari stessi.
Noi abbiamo la grazia di avere le cosiddette “destinazioni emblematiche”, cioè missioni in luoghi che, in questo momento, hanno una grande carenza o crisi di vocazioni, una realtà che si verifica ovunque. Ci sono congregazioni che, per mancanza di vocazioni, non possono raggiungere questi luoghi difficili. Questo è quanto sta accadendo nei paesi dell’Asia centrale, o nei paesi dell’Africa, dove solo ora sta arrivando l’evangelizzazione.
È il caso della nostra missione a Cotahuasi, in Perù, che consiste in una depressione a circa 3000 metri di profondità nella valle, dove si trovano molti villaggi in discesa, che è necessario visitare. Alcuni sono raggiungibili in auto, ma in una certa misura, poi si deve proseguire a cavallo, con l’asino o il mulo, e altri, l’unico modo per raggiungerli è a piedi. Questa è una realtà attuale, che richiede sacrifici. Questi sono i luoghi emblematici, proprio per le difficoltà che presentano, e la nostra illusione è quella di poter andare dove non c’è nessun altro che possa andare.
Per poter rispondere a queste esigenze della Chiesa, devono esserci anche altre fondazioni dove si elevano le vocazioni alla vita consacrata, cioè deve esserci un certo equilibrio, che nasce dal fatto che, in primo luogo, e questo deve essere sempre ripetuto: una vocazione è un dono di Dio; dono significa dono. La vocazione religiosa è un dono di Dio; perciò bisogna essere grati per essa e soprattutto mantenere le ragioni per cui si sospetta che Dio ci benedica con tante vocazioni; e così si può continuare a fare del bene. Se ci mancassero le vocazioni alla vita religiosa, non saremmo in grado di fare quello che, per grazia di Dio, stiamo facendo.
La prima cosa, la cosa fondamentale e sostanziale che dà origine a una vocazione, è la Croce di Cristo. Se c’è un posto che viene offerto al giovane, dove può essere crocifisso per Cristo e che gli darà frutti eccezionali, il giovane ci andrà.
Le Opere di misericordia
Il nono elemento non negoziabile sono le opere di misericordia, soprattutto con i poveri e i disabili. Dio ci benedice molto perché serviamo i poveri. Finché ci prenderemo cura dei poveri, Dio continuerà a mandare vocazioni, perché è il primo a prendersi cura dei suoi poveri. Perciò Gesù dice: “Nemmeno un calice d’acqua per il mio bene resterà senza ricompensa” (Mt 10,42).
La visione provvidenziale de tutta la vitta
Siamo figli di Dio, Dio è nostro Padre, infinitamente buono. Noi dipendiamo da Lui, Egli nutre gli uccelli del cielo, fa fiorire i gigli del campo, quanto ancora farà per noi! Se nutre gli uccelli del cielo, nutre i gigli del campo, come può non nutrirci? Come può non darci quello che ci serve per essere vestiti?
Il Libro della Sapienza 11, 20, ci dice: “Ma tu hai tutto disposto con misura, calcolo e peso” Tutto ciò che accade, accade secondo il numero, il peso e la misura di Dio, è Dio che muove i fili della storia!
La fiducia nella Divina Provvidenza ci fa vivere con la povertà che è propria della vita religiosa, con grande gioia, senza avere preoccupazioni mondane, e questo è ciò che, senza dubbio, dà i suoi frutti. Ha detto: “Andrete e porterete frutto in abbondanza” e non semplicemente “un po’ di frutti”, ma frutti in abbondanza!
Devozione alla Santa Vergine Maria
La nostra congregazione è nata sotto il manto della Santissima Vergine Maria; è cresciuta sotto il manto della Vergine; si è sviluppata sotto il manto della Vergine, e durerà sotto il manto della Vergine Maria.
Non dobbiamo mai dimenticare che, il primo Venerdì Santo della storia, Gesù Cristo ci ha dato la Vergine come Madre! Questo è il motivo del quarto voto di consacrazione in schiavitù d’amore alla Vergine Maria, che ci ha protetto abbondantemente e continuerà a proteggerci.
“È bello saper ringraziare e riconoscere che lei è nostra Madre!”